Il settore marittimo riveste un ruolo estremamente importante nell’economia italiana: genera quasi il 3% del PIL, con un moltiplicatore del reddito di 2,35 ed un moltiplicatore occupazionale stimato, a livello nazionale, di 1,73. Appare dunque evidente come i porti rappresentino veri e propri nodi strategici capaci di supportare i processi di esportazione e importazione delle imprese italiane. I porti sono inoltre degli asset strategici per il recupero di competitività dell’intero sistema Paese e per il perseguimento di uno sviluppo economico in un’ottica sostenibile. In Campania, i porti di Napoli e Salerno sono i primi «datori di lavoro» e abbracciano i «settori» di attività economiche che presentano più occupati, più piccole e medie imprese coinvolte, e maggiori potenzialità di crescita.
Il retroporto (o «dry port») è un’area logistica che rappresenta un’estensione a livello funzionale ed organizzativo delle aree portuali adibite allo stoccaggio dei contenitori (yard). La funzione principale di tale piattaforma logistica risiede dunque nel decongestionamento delle aree portuali, «remotizzando» lo stoccaggio della merce ad alcuni (o anche a centinaia di) chilometri di distanza dal porto stesso. L’asservimento funzionale del retroporto al porto si concretizza mediante la predisposizione di servizi ferroviari il più possibili regolari e frequenti («shuttle»), in modo da garantire une gestione efficiente dell’intero ciclo trasportistico. Inoltre, gli interporti possono svolgere funzioni «retroportuali», qualora una cospicua porzione del loro portafoglio di attività venga riservata al decongestionamento delle aree portuali tramite servizi ferroviari dedicati.
L’interporto è il complesso organico di strutture e servizi integrati, finalizzati allo scambio di merci tra le diverse modalità di trasporto terrestri (autotrasporto, ferrovia, trasporto fluviale). Nella realtà regionale campana, il sistema interportuale ha una valenza strategica che va oltre la funzione, già di per sé fondamentale, di nodi a supporto dell’intermodalità terrestre in un’ottica di riequilibrio modale. Gli interporti campani – in particolare l’Interporto di Nola – costituiscono un elemento chiave imprescindibile all’interno del sistema logistico-distributivo regionale, che trova nei porti di Napoli e Salerno le porte di accesso principali dell’intero bacino centro meridionale per gli scambi intra-mediterranei ed intercontinentali.
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